Non si può certo dire che Brian Eno sia rimasto con le mani in mano negli ultimi anni, avendo pubblicato nel 2012 la raccolta di musiche per installazioni sonore dal titolo Lux e due album nel 2014 – Someday World e High Life – in collaborazione con Karl Hyde, eppure l’ultima raccolta di inediti firmata dal musicista – Small Craft on a Milk Sea – risale ormai a ben sei anni fa. A quel disco Eno sta finalmente per dare un seguito: il nuovo progetto sarà, infatti, ufficialmente rilasciato il prossimo 29 aprile e si chiamerà The Ship.
Il disco arriverà nei negozi in formato standard, con il solo CD; deluxe, con l’album accompagnato da un booklet di otto pagine e quattro cartoline artistiche; doppio vinile e doppio vinile deluxe trasparente. La tracklist sarà invece composta da due sole tracce: il brano d’apertura che dà il titolo all’album, della durata di ventuno minuti, e Fickel Sun, divisa in quattro parti, una delle quali altro non è che una rilettura di I’m set free dei Velvet Underground.
Come ha spiegato lo stesso Brian Eno sul sito suo ufficiale, la nave del titolo dell’album non è un’imbarcazione qualsiasi ma ha un preciso riferimento culturale: “Uno dei punti di partenza è stata la mia passione per la Prima Guerra Mondiale, quella straordinaria follia trans-culturale che è nata da uno scontro di hybris tra imperi. È successa poco dopo l’affondamento del Titanic, che per me è il suo analogo. Il Titanic era la nave inaffondabile, l’apice del potere tecnico umano, creato per essere il più grande trionfo dell’uomo sulla natura. La Prima Guerra Mondiale è stata la Guerra della tecnologia militare, nata per essere il trionfo della volontà e dell’acciaio sull’umanità. Il fallimento catastrofico dei due ha posto le basi per un secolo di esperimenti drammatici sulle relazioni tra gli esseri umani e i mondi che essi creano per se stessi”.
E sulla cover del brano dei Velvet Undergroud, composto da Lou Reed: “Sembra ancora più rilevante adesso di quanto non lo fosse stata allora. Forse qualcuno che ha letto ‘Sapiens’ di Yuval Noah Harari riconoscerà l’ironia del passo ‘Mi sono liberato per trovare una nuova illusione’… e l’allusione al fatto che quando usciamo dalla nostra storia non entriamo nella ‘verità’ – qualunque essa sia – ma in un’altra storia”.
Questi i titoli di tutti i brani e di tutte le loro parti:
- The Ship;
- Fickle Sun;
(i) Fickle Sun;
(ii) The Hour Is Thin;
(iii) I’m Set Free.
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