Brigatabianca è il secondo disco da solista di Samuel dei Subsonica. È uscito lo scorso 22 gennaio a distanza di quattro anni da Il codice della bellezza, la prima fatica autonoma del musicista torinese.
Samuel si ripresenta al pubblico con una tracklist di ben 15 brani: un’enormità, in un momento storico dove i dischi contengono circa la metà delle tracce. È un album nato a marzo, durante il primo lockdown, scritto in una dimensione domestica e poi registrato nel Golfo Mistico, lo studio privato di Samuel, e si sente. Nei testi, infatti, si percepisce il senso di isolamento e la forzata auto-osservazione a cui ci hanno costretti i passati mesi di reclusione. Le parole di Brigatabianca riflettono in modo trasversale sui concetti di amarezza, senso di oppressione, ma anche sulla voglia di libertà, di riscatto e di sacrosanta Felicità, come canta con Fulminacci nel brano omonimo. Il giovane cantautore romano è uno dei membri della “Brigata bianca” che dà titolo al progetto, scelto dal leader dei Subsonica per omaggiare gli artisti che hanno collaborato con lui.
A partire dall’estate, infatti, Samuel ha preso il materiale registrato in autonomia e gli ha dato corpo con l’aiuto di diversi musicisti. Tra i produttori coinvolti ci sono nomi del mondo indie come Federico Nardelli e Mace, insieme a vecchie guardie, come Dade dei Linea 77. Tra i featuring di testo e voce, invece, ci sono Colapesce, lo stesso Fulminacci, il rapper Johnny Marsiglia e la quota torinese rappresentata da Ensi e Willie Peyote.
Queste collaborazioni costituiscono decisamente il valore aggiunto dell’album. Aiutano Samuel a sdoganarsi dal sound dei Subsonica – impresa ovviamente molto ardua – creando un nuovo equilibrio dove è lui l’ago della bilancia. Da una parte, infatti, in Brigatabianca si riconosce chiaramente l’eredità sonora di Samuel in pezzi come Gira la testa, Dimenticheremo tutto o Nemmeno la luce, che ricordano molto il percorso con il suo gruppo storico. Ma d’altra parte, è ben evidente la volontà di aprirsi a nuove produzioni, esplorando altri confini con risultati decisamente interessanti. Tra i brani più riusciti, infatti, ci sono i Giochi pericolosi con Willie Peyote, le cui barre taglienti si incastrano perfettamente con il beat sensuale di Samuel e Cocoricò con Colapesce, un ritmo avvolgente designato come singolo, e già molto fortunato. Ci sono anche delle tracce nelle quali, invece, si riconosce un’impronta più personale, in continuità con la ricerca individuale iniziata con Il Codice della bellezza, come Gira la testa , Tra un anno o Se rimani qui. Il risultato è un coerente viaggio nel mondo artistico di Samuel dove, anche insieme a tanti ottimi copiloti, è lui a tenere il controllo della rotta.
Nonostante qualche anno un po’ piatto dal punto di vista creativo, Brigatabianca segna il ritorno in grande stile del veterano dell’elettronica Made in Italy. L’album ribadisce il suo talento da produttore e la sua curiosità di artista, disposto ad ampliare la sua visione collaborando con musicisti di punta del panorama attuale.
A pochi giorni dall’uscita, questo esercito musicale con Samuel alla testa, parte alla conquista del pubblico e inaugura al meglio le uscite discografiche italiane del 2021.
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