Dopo Bebo, stavolta tocca a Checco far sentire la sua musica.
Abbiamo già parlato dell’iniziativa de Lo Stato Sociale di pubblicare ogni settimana un EP firmato da un membro diverso della band, prima della loro partecipazione a Sanremo.
Ora Francesco “Checco” Draicchio si getta in pasto al pubblico con la stessa formula di cinque brani pubblicati sulle principali piattaforme streaming.
Questa prova centra perfettamente l’obiettivo: Checco riesce a comunicare la propria cifra artistica, svelandosi in modo autentico. La produzione del disco mescola il pop con l’elettronica, ricreando perfino qualche momento punk. È un suono che ricorda l’indie dei primi Anni Zero ma non per questo risulta datato. Un equilibrio millimetrico merito anche del featuring di Giacomo Gelati (Altre di B) alla chitarra e di Andrea “Sollo” Sologni dei Gazebo Penguins, che compare in veste di producer.
Ciò che però funziona davvero sono i testi, efficaci ma intimi. Delorean è stata scritta insieme ad Albi, ed è la più “ruffiana”. Quell’inciso: “io sto male” è perfetto da cantare a squarciagola e racchiude il senso del brano. Nelle parole di Vivere, invece, c’è lo zampino di Lodo. Una ballata liberatoria sulla voglia di abbandonare le paranoie e gli schemi, per assaporare la libertà di essere se stessi. Bebo ha dato una mano in Perso, una canzone che lotta contro la disillusione aggrappandosi alla speranza di un momento che valga la pena di essere vissuto.
Barca e Luce, che rispettivamente aprono e chiudono il disco, sono scritte interamente da Checco. Non a caso, sono quelle più intense. Barca riesce a mettere a fuoco l’ansia da prestazione da cui spesso siamo affetti, che ci spinge all’immobilità nonostante il nostro desiderio di cimentarci con il nuovo:“Mi ci vorrebbe un manuale/ Per attraversare il mare/ Ma resto fermo qui/ Sdraiato, mentre aspetto sudo troppo/ E mi si seccano le gambe”.
Luce, invece, è la più amara. È dedicata a Mirko Bertuccioli “Zagor” dei Camillas, un grande amico de Lo Stato Sociale, scomparso poco meno di un anno fa. È una riflessione sull’assenza, ma anche sull’essenza di noi esseri umani: cosa siamo davvero, cosa resta di noi.
La sensazione che accompagna l’ascolto di Checco è quella di un malessere molto familiare, provato almeno una volta nella vita. Quello che ci accompagna quando siamo divisi tra la voglia di seguire i nostri bisogni e la necessità di fare dei compromessi con la vita. Checco ne parla senza filtri, con grande trasparenza e su un tappeto di suoni molto coerente con l’atmosfera e l’umore dei testi. Pur ricorrendo alla collaborazione dei suoi sodali, l’individualità di Checco emerge al cento per cento, rivelando delle idee artistiche ed una personalità ben definite.
Decisamente, l’ esperimento è riuscito.
La tracklist di Checco:
Barca
Delorean
Vivere
Perso
Luce
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