Karen O, la cantante degli Yeah Yeah Yeahs (la band newyorkese che era indie prima ancora che il termine venisse diffuso e abusato), è abituata a lasciare il nido per dedicarsi ad altri progetti, riscuotendo sempre buon successo tra chi ama il suo stile. Nel suo curriculum musicale si annoverano un brano scritto per Adidas, feauturing importanti con David Lynch (nella sua recente deriva musicale), Flaming Lips, Swans e un duetto con Trent Reznor dei Nine Inch Niles in Immigrant Song.
Le sue Crush Songs, disponibili dal 9 settembre sulle note piattaforme di free streaming, disorientano un po’. Dopo la dolcissima Moon song, la canzone composta per Her di Spike Jonze (bella tanto da meritarsi una nomination agli Oscar come Best Original Song) ci si aspettava un album che avesse lo stesso peso specifico del delicato brano.
In effetti il mood resta amoroso e trasognato, ma i quindici pezzi, nonostante abbiano come “padrino” Julian Casablancas degli Strokes, galleggiano in una inconsistente bolla lo-fi.
Si tratta di materiale inciso tra il 2006 e il 2007 nella camera di Karen O, delle dediche d’amore private che la musicista di origini sudcoreane ha deciso di mettere allo scoperto, nude e crude come vennero incise nell’impeto della “cotta”.
Anche chi è abituato ai suoni sporchi e distorti, stendardo degli Yeah Yeah Yeahs, trova difficoltà a considerare Crush Songs un disco compiuto, quanto piuttosto una demo in fase di ultimazione.
Quando Karen O presta la sua voce alle ballate queste diventano subito ninnananne rapitrici, grazie alle quali è impossibile restare coi piedi per terra. Indian Summer avrebbe potuto essere un’esperienza ancor più sublime, se il lavoro avesse avuto un concept diverso.
Tra i brani meritano una segnalazione Sunset Sun, Day Go By e Rapt, che non a caso è anche il primo singolo estratto, accompagnato dal video ufficiale e da quello “non ufficiale” realizzato in questi giorni da Spike Jonze durante la New York Fashion Week.
L’artista resta fedele alla sua personalità, e sicuramente la sua voce, capace di graffiare sussurrando, conserva la sua preziosa originalità, ma ha abituato il suo pubblico ad esperimenti molto migliori perchè le Crush Songs possano soddisfare a pieno.
Forse Karen, dopo il quarto disco con gli YYYs aveva voglia di interpretare qualcosa che le appartenesse, facendosi guidare dall’intraprendenza e l’innocente incoscienza di chi è innamorato. Ma come accade spesso, se nelle questioni di cuore non si usa almeno un po’ di buon senso, si finisce per esagerare un po’.
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