Qualche tempo fa, Eric Clapton ha gettato nel panico i propri fan con un annuncio inatteso: al compimento dei settant’anni, il prossimo 30 marzo, il chitarrista chiuderà definitivamente con i tour mondiali. Un motivo di sollievo arriva però da un’intervista che l’artista ha rilasciato all’edizione americana della rivista Rolling Stone, in cui rivela di avere in programma un ritorno in studio già quest’estate.
Il risultato delle nuove sedute di registrazione dovrebbe essere un secondo album tributo, seguito di The breeze (an appreciation of J.J. Cale), dedicato all’amico e collega Cale, scomparso lo scorso anno a 74 anni. Il disco prevede una serie di cover realizzate da Clapton con il contributo di alcuni grandi artisti del panorama musicale: da Mark Knopfler a Tom Petty, Willie Nelson, Don White, John Mayer e altri. Sarà pubblicato dall’etichetta personale di Clapton, la Bushbranch Records, e dalla Surfdog Records il 29 luglio, a pochi giorni di distanza dal primo anniversario della morte di Cale.
Sempre alla rivista Rolling Stone, Clapton ha ammesso che durante le registrazioni potrebbe essere prodotto del materiale inedito. “Fare ‘The breeze’ è stato un piacere: quando JJ è morto stavo pensando a un mio album solista. Ecco perché, adesso, questa è la prima cosa che voglia fare”. Il desiderio di lavorare ad un progetto completamente nuovo c’è da tempo, ma il chitarrista ha anche candidamente rivelato di essere una persona terribilmente svogliata: “Quando arrivo alla fase ‘E adesso cosa faccio?’ semplicemente mi fermo e accendo la TV. Il problema è che mi distraggo facilmente”. Come qualsiasi essere umano, anche per una leggenda della musica la pigrizia è il principale problema nel lavoro. “Scrivo un sacco di canzoni, ma poi me le dimentico. Le registro al volo, col cellulare, ma poi finisce che il più delle volte perda il file con il memo”.
Per quanto riguarda l’attività dal vivo, Clapton ha confessato che potrebbe decidere di intraprendere un piccolo tour il prossimo anno ma solo per congedarsi definitivamente dal proprio pubblico.
Photo By Samuel M. Livingston
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