Era il lontano 1964 quando, sulla scena musicale londinese, apparvero per la prima volta gli Who, in quella che è considerata la formazione storica del gruppo: Pete Townshend alla chitarra, Roger Daltrey alla voce, John Entwistle al basso e Keith Moon alla batteria.
A distanza di cinquant’anni, la Galleria Proud di Londra li celebra il con una mostra (visitabile fino al 23 marzo) dal titolo Fifty Years of The Who, che raccoglie gli scatti del fotografo Colin Jones, attraverso i quali è possibile ripercorrere la storia di uno dei gruppi rock più celebri di tutti i tempi.
Grazie alla sua amicizia coi componenti della band, Jones riuscì ad ottenere un accesso pressoché illimitato ai backstage e alle residenze, arrivando così a collezionare una lunga serie di istantanee che ritraggono il famoso quartetto inglese quando era ancora agli esordi della sua straordinaria carriera.
Tra le fotografie, ne spiccano alcune che immortalano gli Who in momenti privati, a volte intimi, come quella di John Entwistle che suona seduto sul pavimento del soggiorno della sua abitazione, proprio accanto a sua madre che, su una poltrona, è intenta a cucire.
Non si può fare a meno di guardare con ammirazione, ma col sorriso sulle labbra, la veemenza di Keith Moon nel suonare la sua batteria, oppure lo sguardo enigmatico di Entwistle innanzi alle sue chitarre distrutte sul palcoscenico.
Le foto in esposizione alla Proud catturano aspetti inediti di quella che fu una delle band più rappresentative della cosiddetta Swinging London. Gli Who, con la loro musica e il loro stile, incarnarono con irriverenza la rivoluzione culturale che negli anni sessanta attraversò e scosse profondamente il Regno Unito (e Londra in particolar modo). Una rivoluzione fatta di ottimismo e di edonismo sfrenato (che altro non è che un pensiero filosofico, molto popolare all’epoca in tutta Europa, per il quale il bene morale si identifica col piacere).
Osservare gli Who, quegli Who, significa seguire un filo rosso che passa attraverso l’influenza che essi esercitarono sui contemporanei Beatles e Rolling Stones, nonché su molti gruppi successivi, come i Led Zeppelin, i Sex Pistols e gli U2, fino ad arrivare, in tempi più recenti, ai Pearl Jam e agli Oasis.
I ritratti della band sono il ritratto dei tempi in cui essa nacque e crebbe, riuscendo a cantarne, forse a urlarne, l’inno generazionale meglio di chiunque altro.
Foto: John Entwistle with his mother (Queenie) at his home, west London, 1966 © Colin Jones / TopFoto
Fifty Years of The Who by Colin Jones, Proud Camden, 6th February – 23rd March 2014, www.proud.co.uk
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