A leggerne il nome completo, Gianni Pacinotti, molti potrebbero alzare le spalle pensando di ritrovarsi dinanzi ad un artista semisconosciuto. Ma se si legge il nome d’arte, Gipi, allora tutto cambia, perché Gipi lo conoscono davvero tutti, anche chi non è appassionato di fumetti.
E si intitola così, semplicemente GIPI, una delle mostre più interessanti nel panorama italiano attuale, inaugurata lo scorso marzo a Genova, presso il Museo Luzzati a Porta Siberia.
Per l’occasione sono state raccolte centocinquanta opere originali dell’illustratore pisano, che vanno dai primi disegni realizzati agli inizi degli anni Novanta fino agli acquerelli più recenti. Proprio per questo si presenta come una vera e propria mostra antologica dell’artista, inglobando le tavole più note realizzate per celebri graphic novel, numerose copertine di libri e illustrazioni realizzate per Internazionale e La Repubblica.
“L’idea (di realizzare una mostra, ndr) è stata del Museo Luzzati e il lavoro grosso l’ha fatto Chiara, che oltre ad essere mia moglie da due settimane, cura le mostre per lavoro; ma la scelta delle opere è stata mia. Mi è piaciuto soprattutto ritrovare lavori del ’92, cose che negli anni sono state comprate o archiviate e non vedevo da un sacco di tempo. Mi sono emozionato a vedere certe tavole: per me sono come dei figlioli“, ha dichiarato Gipi in una intervista rilasciata a La Repubblica.
Gianni Pacinotti parla della mostra come la possibilità di riscoprire un nuovo Gipi, che per anni ha vissuto a Parigi per lavoro e che è ritornato da non molto tempo a Roma. Soprattutto sostiene sia un modo per svelare quella parte di Gipi che non spreca tempo su Facebook (è nota, almeno per chi segue l’artista, una diatriba avuta con i grillini tramite i social network).
Questo ritorno a Roma segna anche la voglia di coglierne l’essenza, la luce. Forse è una spinta data dalla lunga assenza di cui sopra, ma i risultati sono strabilianti, come solo la sensabilità e la genialità di un’illustratore come Gipi possono rendere. Esiste difatti un progetto che si chiama Paesaggi e che è dedicato proprio alle vedute romane, ma non sono certo paesaggi come gli altri; sono più mentali che fisici, realizzati tra le mure di casa, sulla sua amata scrivania, per riuscire a creare qualcosa che sia vero quanto quello che ha veduto ma facendolo tramite l’impressione ricevuta precedentemente.
E ancora, la mostra, pare essere una modo per chiarire le idee e partorirne di nuove. Questa volta si parla di una graphic novel, una storia di solo fumetto che si intitolerà La terra dei figli e che approfondirà il rapporto tra un padre e i suoi ragazzi per narrare anche il tramonto della società occidentale.
La voglia di raccontare la società è, in qualche modo, sempre stata alla base dei lavori di Gipi, anche se con sfumature o intenti differenti. La mostra vuole mettere in risalto anche questo aspetto, proponendosi da una parte come un racconto intimo dall’altro come un percorso collettivo.
La mostra sarà visitabile fino al prossimo 27 settembre.
Gipi
Museo Luzzati a Porta Siberia, Area Porto Antico 6 – 16128 Genova
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