Il boss tornerà in Italia nel 2013 con quattro spettacolari esibizioni dal vivo.
Bruce Springsteen, accompagnato dalla sua storica E-Street band, suonerà in quattro diverse città: il 30 Maggio a Napoli, in Piazza del Plebiscito, il 1° giugno allo Stadio Euganeo di Padova, il 3 a San Siro, a Milano (dove si appresta a diventare l’unico artista internazionale ad aver tenuto lì cinque concerti), e infine l’11 Luglio all’Ippodromo Delle Capannelle nell’ambito del Rock In Roma, la manifestazione organizzata da The base che quest’anno giungerà alla sua quinta edizione.
In particolare, a Roma, in occasione dell’arrivo del boss verrà realizzato un allestimento specifico, studiato per contenere i numerosissimi fan che lo attendono spasimanti, dopo ben quattro anni di assenza dalla Capitale.
Il calendario delle prevendite per i quattro concerti, organizzati dalla Barley Arts di Claudio Trotta, è disponibile online sul sito www.ticketone.it
Con ogni probabilità Springteen suonerà, oltre ai brani “simbolo” della sua sua quarantennale carriera, i pezzi del suo ultimo album di inediti Wrecking Ball, uscito il 6 marzo scorso e anticipato dal singolo We take care of our own.
Wrecking Ball è stato descritto come l’abum “più arrabbiato” del boss. E’ un disco potente, pieno di rabbia e amarezza, che racconta con disincanto la distanza tra il sogno americano e la realtà.
Nell’album vengono trattati molti temi inerenti la giustizia economica e in diversi brani vi sono riferimenti diretti alla crisi mondiale degli ultimi anni.
L’autore ha speso gran parte della sua carriera a scrivere di personaggi che lottano durante le congiunture difficili, ma la recente depressione finanziaria l’ha convinto che era il momento di scrivere qualcosa sulle persone che hanno condotto gli Stati Uniti e il mondo intero in questa drammatica situazione.
Così nell’anno delle elezioni Bruce Springsteen ha deciso di gridare al mondo la sua indignazione e la sua delusione, dimostrando ancora una volta un forte impegno politico e una grande sensibilità ai temi sociali, culminati nella scelta di appoggiare pubblicamente Barack Obama alle ultime elezioni presidenziali.
Da sempre il boss canta l’amore per la sua patria, noncurante dei politici che più di una volta hanno provato ad accaparrarsene una fetta (come Reagan, ad esempio, che avrebbe voluto utilizzare Born in the USA per la sua campagna elettorale).
Quello di Springsteen, tuttavia, è un patriottismo intriso della consapevolezza della caducità della società statunitense. E’ carico di malinconia e disillusione, eppure, anche di speranza.
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