La fotocamera è uno strumento straordinario. Lasciati catturare dal tuo soggetto ed essa non farà altro che prenderti per mano.
(Margaret Bourke-White)
Un’affascinante retrospettiva presso la galleria Daniel Blau di Londra mostra le mille sfaccettature della personalità artistica di Margaret Bourke-White (1904-1971), pioniera del fotogiornalismo al femminile.
In un mondo professionale dominato dagli uomini ella riuscì a dar vita ad uno stile emblematico e altamente rappresentativo della sua epoca storica. Iniziò a scattare fotografie all’età di vent’anni e non ebbe mai timore a confrontarsi con tematiche allora poco usuali per una donna, come l’industria e l’attualità.
Nel 1929 Henry Luce, caporedattore di Time, la invitò a trasferirsi a New York per collaborare alla fondazione di una nuova rivista illustrata: Fortune. Attraverso i suoi scatti, Margaret Bourke-White riusci a descrivere alla perfezione lo spirito dell’epoca, che si incarnava in una smodata e cieca fede nel potere della tecnologia, che raggiunse il suo apice proprio all’alba della Grande Depressione.
Grazie alla sua intraprendenza e alla sua incredibile forza di volontà la Bourke-White riuscì a fotografare una lunga serie di avvenimenti storici importanti: il suo coraggio e la sua determinazione la fecero essere al posto giusto e al momento giusto in moltissime occasioni.
Fu la prima fotografa donna a seguire le forze armate statunitensi, nonché la prima corrispondente di guerra di sesso femminile e, durante il Secondo Conflitto Mondiale, la prima a volare su un aeromobile da bombardamento. Sopravvisse persino ad un attacco aereo sull’oceano Atlantico, che distrusse il mezzo su cui viaggiava.
Tra gli eventi di cui fu testimone vi sono: l’invasione della Cecoslovacchia da parte dei tedeschi, l’assedio di Mosca, la guerra in Corea, le rivolte sudafricane, la campagna in Italia degli Alleati. Fu, inoltre, la prima fotografa occidentale in assoluto alla quale fu permesso di documentare l’ambiente dell’Industria Sovietica dopo la Rivoluzione e, grazie all’intervento di Roosevelt, riuscì a scattare il primo ritratto non ufficiale di Stalin, che rimase per molti anni l’unico con circolazione autorizzata al di fuori dell’URSS.
Innamorata del suo mestiere, dopo aver assistito all’ascesa dei fascismi, si convinse il giornalismo indipendente fosse la chiave per la salvaguardia della democrazia: “Sono fermamente convinta che il fascismo non avrebbe preso il potere in Europa se ci fosse stata una stampa veramente libera che potesse informare la gente invece di ingannarla con false promesse”, ebbe a dire.
Il suo nome e la sua fama sono indissolubilmente legati a quelli della rivista Life che, il 23 novembre 1936, le dedicò la copertina della prima edizione. Si trattava di uno scatto della diga di Fort Peck, nel Montana, appena ultimata. Quell’immagine fece il giro del mondo, e fu questo il modo in cui, per la prima volta, una donna irruppe nel mondo del foto-giornalismo.
Le oltre sessanta immagini esposte alla Daniel Blau di Londra comprendono straordinarie foto scattate in Italia e Nord Africa durante la Seconda Guerra Mondiale, ma anche foto meno conosciute o addirittura inedite catturate dietro le quinte di alcuni spettacoli burlesque.
Foto: Margaret Bourke-White, Backstage – Burlesque Chorines, 1936, warm-toned silver gelatin contact print on semi-matte, double-weight fibre paper, printed by November 6, 1936 © Estate of Margaret Bourke-White, courtesy Daniel Blau







Margaret Bourke-White
An exhibition of vintage photographs
Daniel Blau – London
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