E’ superfluo tracciare la biografia artistica di Meg, il cui esordio è indissolubilmente legato alla sua esperienza nei 99 Posse. E’ anche vero che Maria di Donna (questo il suo nome all’anagrafe) ha saputo trovare il coraggio di riproporre se stessa in un modo totalmente diverso dal mondo dei centri sociali da cui è venuta. Oggi, della Meg che militava nei 99 Posse è rimasto solo l’inconfondibile timbro, marcato dal suo accento napoletano. Dal 2004, infatti, anno in cui è cominciata la sua avventura solista, Meg ha plasmato attorno a sè una dimensione ideale di creatività ed esplorazione. Fondando la Multiformis, la propria etichetta, ha sancito il suo percorso di indipendenza, rompendo gli schemi e dedicandosi alla sperimentazione elettronica.
Imperfezione, uscito ad aprile 2015, oltre a raccogliere l’importante eredità del precedente Psychodelice, segna una vittoria notevole per Meg e per la musica indipendente italiana, visto che è stato interamente prodotto grazie ad una campagna di crowdfunding su Musicraiser.
Per questo disco Meg si è affidata interamente a se stessa, curando anche la produzione, che in passato aveva affidato a Stylophonic (Meg) e all’indimenticabile Carlo Umberto Rossi (Psychodelice).
Il leitmotiv dell’album è l’elogio alle imperfezioni che ci rendono unici, potremmo dirla una trasposizione in musica della filosofia giapponese del Wabi-sabi, che apprezza la bellezza delle cose “vissute”, che manifestano il segno del tempo con i loro piccoli difetti.
I due singoli estratti sono Imperferzione e Promemoria. La prima è la “canzone-manifesto” del disco, che porta lo stile inconfondibile di Meg, ricercato ma fresco; la seconda è una “ballata elettronica”, il brano più romantico e coinvolegente della tracklist. Ottima la apertura con Concerto per, un perfetto riassunto musicale della personalità di Meg, che trascina letteralmente nell’atmosfera dell’album. Parentesi sembra arrivare direttamente dagli anni Ottanta, mentre è impossibile evitare il classico paragone con Bjork ascoltando Skaters e Occhi d’oro.
Interessante anche la cover del successo di Bruno Martino, Estate, della quale Meg accentua la componente struggente e drammatica con un arrangiamento maestoso dei fiato.
Con Imperfezione Meg conferma l’originalità della sua proposta, considerando l’orizzonte italiano.
La sua capacità di mischiare le influenze internazionali con suggestioni che arrivano dalla nostra cultura, unite alla scelta di non scrivere in inglese, produce un risultato di notevole classe ed originalità-
Il segreto di Meg è proprio questo rapporto continuo tra il classico e il contemporaneo, che a volte stridono, ma che alla fine conquistano, come le piccole imperfezioni che caratterizzano le cose uniche.
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