È uscito la settimana scorsa l’ultimo videoclip dei Daft Punk, girato sul brano Instant Crush, contenuto nel loro ultimo lavoro R.A.M. ed eseguito in collaborazione con il cantante degli Strokes Julian Casablancas, protagonista assoluto del clip assieme a due statue di cera.
Instant Crush è una canzone che racconta una storia d’amore travagliata che il regista Warren Fu (che ha anche curato la copertina dell’album) ha saputo centrare perfettamente in un connubio squisitamente efficace di musica, parole e immagini.
Assieme a Casablancas, vestito come se fosse saltato fuori direttamente dagli anni ‘90, troviamo altre due figure: due statue di cera (le intere sequenze che li riguardano si svolgono in un museo), un uomo e una donna posti l’uno di fronte l’altra, costretti dalla loro condizione esistenziale solo a guardarsi senza potersi mai raggiungere.
Non ci vogliono occhi e orecchie esperte per intuire che lo spostamento verso il mondo dello strumentale ha avuto come ovvia implicazione anche un rinnovamento del genere di videoclip. Lo si poteva intuire già in Lose Yourself to Dance e, al tempo della registrazione dell’album, dalle scelte artistiche fatte dai due dj francesi.
Infatti l’assolo di chitarra in Instant Crush è stato affidato allo stesso Casablancas, dato che proprio il duo ha dichiarato: “Siamo grandi fan degli Strokes e avevamo saputo che Casablancas voleva lavorare con noi. Avevamo una demo pronta da tempo, è venuto a trovarci, e ha dato tutto per questa canzone! Ha un dono naturale. Noi amiamo il rock e l’idea di band rock, ma negli ultimi tempi le trasformazioni della musica hanno reso difficile l’emergere di una nuova voce. The Srokes e gli MGMT – con sensibilità e dimensioni differenti – ci sono riusciti. Julien ha una personalità punk-rock, una portata emozionale fortissima nelle melodie. Era importante averlo in questo album, ha aiutato a renderlo un album contemporaneo”.
Al terzo singolo estratto a quasi un anno di distanza dall’uscita del disco, i Daft Punk hanno consolidato definitivamente questo cambiamento che si distacca decisamente dai primi album, ma che continua ancora a dare i suoi frutti.
Rispondi