Gli Arcade Fire avevano lasciato presagire l’uscita di un quarto lavoro servendosi di una trovata pubblicitaria più unica che rara. Questa estate, infatti, erano apparsi in tutto il mondo misteriosi graffiti raffiguranti diamanti contenenti la parola Reflektor.
Finalmente l’attesa spasmodica, quasi insostenibile, è finita e martedì 29 ottobre è uscito Reflektor, che in poche ore ha scalato la vetta della classifica di iTunes.
Frutto di un viaggio ad Haiti e in Jamaica, Reflektor segna uno spartiacque, un punto di non ritorno per il gruppo, che affianca la tipica architettura new wave e le splendide orchestrazioni appartenute a Funeral (il primo album) ad un sound più asciutto, a tratti tribale, caratterizzato da percussioni martellanti e insistenti che improvvisamente vengono meno per lasciare alla mente lo spazio per viaggiare.
L’album, contenente 14 tracce, ha un’altra peculiarità: i brani sono lunghi, lunghissimi, della durata di circa 7 minuti ciascuno. Il lavoro si apre proprio con Reflektor, singolo che introduce il concept dell’intera opera: tutto è intrappolato in un “prisma di luce”, riflesso di uno specchio capace di condurci in un mondo parallelo (“Will I see you on the other side?”) e al tempo stesso passato.
I revival, infatti, sono molto marcati e riconoscibili: si possono facilmente ritrovare gli ABBA di Dancing Queen, il David Bowie di Let’s Dance e, in We Exist, anche l’intramontabile Billie Jean di Micheal Jackson. Nemmeno la composizione lirica dei testi disattende gli amanti (e non solo) del gruppo: mistiche, sensuali, oppressive e ansiogene sono le parole di Here Comes The Night nella quale l’arrivo della notte porta con sé le paure più recondite, il senso di colpa, l’angoscia, in un climax ascendente che lascia senza fiato.
Ma un discorso a parte lo merita sicuramente Awful Sound (Oh Eurydice) in cui ritroviamo le strofe più forti: I know you can see/things that we can’t see/ But when i say i love you/ Your ground?/ It’s an awful sound. Il suono orribile, l’awful sound, è quello dell’amore non corrisposto di Euridice, è quello del suo schiantarsi a terra morta. La morte e l’aldilà, sono quindi temi costantemente presenti, come ci conferma Afterlife, coi i suoi cori e controtempi quasi perfetti.
Contaminazioni, citazioni di derivazione glam, pop e revival, ma anche uno spiccato gusto letterario, rendono questo album, che è già stato giudicato da molti il migliore del 2013, una pietra milare.
Ecco la tracklist completa dell’album:
1. Reflektor (primo singolo)
2. We Exist
3. Flashbulb Eyes
4. Here Comes the Night Time
5. Normal Person
6. You Already Know
7. Joan of Arc
Disco 2
1. Here Comes the Night Time II
2. Awful Sound (Oh Erydice)
3. It’s Never Over (Oh Orpheus)
4. Porno
5. Afterlife (secondo singolo)
6. Supersymmetry
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