La galleria ONO Arte Contemporanea di Bologna ha inaugurato lo scorso 19 giugno la mostra fotografica JACK WHITE | WHITE STRIPES: American Roots.
Jack White è un personaggio sui generis, si sa. Ha smosso non poco le acque del mondo rock con le sue imprese memorabili (è il caso della presentazione del terzo singolo di Lazaretto) e con i dubbi che hanno avvolto, spesso intenzionalmente, la natura del suo rapporto con Meg White, seconda componente della sua band, i White Stripes.
Già, i White Stripes. In Italia un ascoltatore di musica poco informato collega il nome di questo gruppo soltanto al motivetto simbolo dell’Italia campione del Mondo nel 2006, quel “Popopopo”, ritornello di Seven Nation Army, che difficilmente pochi potranno dimenticare (e non soltanto per l’irresistibile sound).
Eppure i White Stripes non sono stati solo quello.
Esemplari nelle loro perfomance – Jack White è un artista duttile e polistrumentista di grande capacità che non ha mai disdegnato di suonare strumenti poco comuni per un musicista rock come il piano classico o il mandolino – iconici nel loro stile – il bianco, rosso e nero sono stati gli unici colori che i White Stripes hanno voluto sfoggiare in tutte le loro apparizioni pubbliche, persino nelle copertine e nei video dei loro brani – hanno abbattuto con l’album Elephant il muro che divideva il mondo rock alternative dal convenzionale mercato della popular music americana. Un album da 6 milioni di copie, due milioni solo negli Stati Uniti, un Grammy Award e diversi riconoscimenti tra cui un posto nella classifica dei 500 album più belli di tutti i tempi di Rolling Stones.
I White Stripes sono stati, prima del loro scioglimento, una delle band più innovative ed eclettiche del panorama americano, in grado di allacciarsi tanto alla tradizionale musica folk americana (e a Bob Dylan in particolare) quanto alla musica garage/proto punk di Detroit, città dei Nirvana, ma anche di Jack White.
E così si spiega come mai, alla galleria ONO arte contemporanea di Bologna si sia aperta una mostra che celebra Jack White e il suo gruppo attraverso quarantacinque scatti di alcuni celebri fotografi (tra cui Cambridge Jones, Patrick Pantano, Ewen Spencer, Michael Yurick, Pieter Van Hattem e Kevin Westenberg) e che per l’occasione presenta in anteprima mondiale il servizio fotografico realizzato da Mojo per l’uscita del suo ultimo album.
Foto: Dressing room of Manuel’s store – from forthcoming book on Manuel, Nashville, Tennessee, 6th November 2007 ©Cambridge Jones



JACK WHITE | WHITE STRIPES: American Roots
19 giugno – 13 settembre 2014
ONO Arte Contemporanea
Rispondi