Le canzoni hanno il grande potere di rendere vive le storie che raccontano, al pari dei libri. E alcune più di altre, muovono la nostra empatia al punto da considerarle reali. Corrisponde perfettamente a questa descrizione Eleanor Rigby, il brano dei Beatles contenuto nell’album Revolver, dedicato ad una immaginaria signora morsa dalla solitudine e dalla depressione, nata dalla penna di Lennon e McCartney
La città di Liverpool omaggia ancora questa emblematica figura e tutte le “persone sole” a cui il brano si rivolge, con una statua che la raffigura.
E se il valore del messaggio simbolico è inestimabile, lo stesso non si può dire di quello monetario, che ammonta ad un milione di sterline in banconote di piccolo taglio.
Non stiamo parlando del compenso dello scultore, Leonard Brown, ma del materiale adoperato, che è proprio denaro triturato fuori corso, fornito dalla Bank of England.
La scelta singolare è stata motivata dall’autore: “La scultura serve per mostrare alla gente che il denaro non è l’unico modo per rendere le persone felici: dovremmo essere tutti grati per quello che abbiamo. Ci sono persone, in ogni città, che esattamente come Eleanor Rigby vivono una vita solitaria e che conservano tutti i beni che hanno in sacchi che si portano dietro”.
Liverpool considerava già Eleanor Rigby una sua concittadina, al punto da dedicarle una statua nel 1981, realizzata dall’artista Tom Steele che scelse il più “banale” bronzo. L’opera, sita in Stanley Street (tappa obbligata del “pellegrinaggio” ai luoghi beatlesiani), riproduce Eleanor Rigby seduta su una panchina, intenta ad osservare un uccellino.
Leonard Brown ha preferito invece scolpire la sua Eleonor di banconote in piedi, occhiali da sole per mascherare il volto, l’espressione vuota e un po’ dura e una busta della spesa che “contiene tutto ciò che possiede”, spiega ancora l’artista.
La statua resterà visibile al pubblico nell’atrio del museo di Liverpool fino a gennaio 2015, per poi trovare, probabilmente, una definitiva collocazione e diventare nuovo luogo cult per gli amanti dei Fab Four.
Photo by John Lodder
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