Lol Tolhurst, amico d’infanzia di Robert Smith, fu uno dei membri fondatori dei The Cure, band nella quale militò dal 1976 al 1989 prima come batterista e poi come tastierista. Dopo otto album realizzati, durante la fase di mixaggio di Disintegration, venne poi licenziato e costretto ad abbandonare la formazione. Quegli anni saranno adesso raccontati dallo stesso Tolhurst in un’autobiografia dal titolo Cured: The Tale of Two Imaginary Boys, attesa per il prossimo 11 ottobre ed edita dalla casa editrice Da Capo Press.
Questa – ha dichiarato l’ex Cure, in merito proprio alle vicende raccontate nel libro – è la cronistoria fedele di cose che mi hanno fatto stare sveglio fino alle 4 del mattino, i preziosi frutti del passato che maturano negli angoli oscuri della memoria. Ho cercato di catturare al meglio tutto, sotto una luce splendente che spero possa illuminare gli eventi anche per voi, come lo ha fatto con me.
Disintegration si rivelò un grande successo per i The Cure, grazie anche ad un ritorno a quelle sonorità dark che avevano caratterizzato le prime produzioni della band. Dopo la pubblicazione, il gruppo partì per una fortunata tournée mondiale che si concluse con tre concerti sold-out allo stadio di Wembley. La rivista Rolling Stone ha, poi, inserito il disco nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi, alla posizione 326. Nonostante tutto, però, le lavorazioni del progetto furono delicate e portarono ad un deterioramento dei rapporti tra i membri della band e Lol Tolhurst: Robert Smith, ormai ad un passo dai trent’anni, stava vivendo un periodo di profonda depressione, dovuta alla paura di invecchiare, che lo portò a comporre i brani per il disco in completa solitudine; Tolhurst, ormai vittima della sua grave dipendenza dall’alcol, cominciò a limitare la sua presenza alle sedute di registrazione. La situazione precipitò quando Tolhurst, durante la fase di mixaggio, si presentò in sala completamente ubriaco, provocando una furiosa lite che mise di fatto un punto alla sua esperienza nella band. In seguito, Smith ammise che l’amico non aveva in alcun modo contribuito alla stesura del disco, concedendogli solo un breve e vago riferimento nelle note dei crediti.
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