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Con “Mi Senti” Róisín Murphy celebra la musica italiana

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Scritto da: Manuel Amodei , maggio 28, 2014

Dopo un lungo periodo di pausa cominciato nel 2009, Róisín Murphy ha finalmente deciso di tornare e lo fa con un progetto dedicato alla musica italiana. Prodotto dalla The Vinyl Factory, esce oggi – 28 maggio – l’LP Mi senti, nel quale l’ex voce dei Moloko reinterpreta in chiave synth-pop ed electro cinque brani simbolo del pop italiano degli anni ’60 e ’70 e presenta l’inedito In sintesi. Mi Senti è disponibile in tutti gli store digitali, in edizione limitata in vinile  e in streaming su Soundcloud.

L’apertura dell’album è affidata al brano Ancora ancora ancora, tra i più rappresentativi della discografia di Mina. Scritta da Cristiano Malgioglio, la canzone fu pubblicata come Lato B di un 45 giri nel 1978 e solo nel 1983 fu inserita nel disco Del mio meglio. Avvicinarsi ad un pezzo tanto impegnativo dal punto di vista vocale, prima ancora che interpretativo, era una scommessa non facile ed è la stessa Murphy ad ammetterlo: “In alcune canzoni ho spinto la mia voce fino al limite delle sue possibilità, in particolare per le canzoni di Mina sono arrivata alle lacrime e ho quasi deciso di mandare tutto all’aria”. Nonostante tutte le difficoltà, ci regala qui uno dei momenti migliori dell’intero l’LP, riuscendo anche ad offrire una buona ed inaspettata resa in italiano.

Dalla sensualità di Mina a quella dell’intramontabile Pensiero stupendo di Patty Pravo, brano che Ivano Fossati scrisse per Loredana Berté e che finì per essere incisa dalla Strambelli, diventando uno straordinario successo. A causa del testa ambiguo, è la traccia che ha presentato le difficoltà maggiori per Murphy. E, forse, il problema di questa versione è proprio l’eccessivo lavoro fatto sull’interpretazione che a tratti rischia di risultare troppo caricaturale.

In un album che vuole omaggiare il pop italiano degli anni ‘70, non può mancare colui che del genere ne è il re. E stiamo parlando naturalmente di Lucio Battisti. Il pezzo scelto questa volta è Ancora tu, tratto dall’album Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera del 1976. Qui Murphy ci regala un’altra prova brillantemente superata, riscoprendo e riuscendo a svecchiare un classico che è già stato oggetto di numerose cover negli anni.

Dopo tre cover arriva il momento di In sintesi, l’inedito nato in corso d’opera durante la lavorazione del disco. Il brano non era nei programmi ed è la stessa Murphy a raccontarcelo: “Ci siamo sentiti felici e liberi di creare qualcosa di nostro che fosse vicino allo spirito degli altri brani. Sapere di avere qualcosa di originale e di nostro che si confronta con queste grandi canzoni è una sfida difficile che non devi affrontare quando scrivi solo cose tue”. Il testo sintetico e immediato evita problemi di incertezza linguistica ed il ritmo coinvolgente rende il brano piacevole e di facile ascolto. Dopo l’ascolto dell’album, pur discostandosi molto dal tipo di musica celebrata con l’LP, è forse la prima canzone che vien voglia di riascoltare.

Con ancora in testa i vari “sintetizzare”, “realizzare” del testo di In sintesi si passa direttamente ai drammatici “no” iniziali di Non credere. Ancora Mina e ancora una prova eccellente per Róisín che dimostra di dare il meglio proprio nelle prove più impegnative e difficili.

L’ultimo cover porta Murphy indietro al 1961 ed è La gatta di Gino Paoli. L’uso dell’elettronica si fa più coraggioso ma i limiti linguistici sono evidenti più che altrove, correndo il rischio di distrarre l’ascoltatore con le incertezze di pronuncia a discapito del risultato finale.

A Róisín Murphy va dato il merito di aver accettato un esperimento difficile sotto molti punti di vista e di essersene avvicinata in punta di piedi, rispettando la tradizione musicale omaggiata e offrendo delle riletture che non snaturano l’essenza dei brani scelti ma, al contrario, li modernizzano. Nonostante due prove meno credibili (Pensiero stupendo e La gatta) a causa soprattutto delle difficoltà linguistiche, e comunque originali sotto il profilo musicale, il risultato finale è assolutamente encomiabile. Con l’aiuto del produttore (e compagno) Sebastiano Properzi, Murphy ha scelto così di rompere il silenzio cominciato nel 2009 con un progetto atipico, difficile e per questo ancor più apprezzabile; è raro che un artista internazionale dimostri tanto interesse verso la musica italiana, soprattutto verso la tradizione degli anni ’70,  e non può che inorgoglirci, sperando però che l’esempio venga seguito anche da altri.

Tag:Lucio Battisti, Mi Senti, Mina, Patty Pravo, Róisín Murphy

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