Un fotografo deve vedere la sua immagine prima di riprenderla. […] Non ogni espressione, non ogni posa è un’immagine, bisogna aspettare quella giusta e riconoscerla quando arriva.
Basterebbero queste poche parole per definire uno dei più grandi artisti del XX° secolo, Nickolas Muray, fotografo di celebrità e campagne pubblicitarie che hanno fatto la storia, a cui è stata dedicata un’importante retrospettiva nel Palazzo Ducale di Genova. Eppure la mostra Nickolas Muray Celebrity Portraits rappresenta un’occasione davvero unica per addentrarsi nella storia e nella vicenda artistica di questo fenomenale fotografo.
Fenomenale davvero se si considera che Niklas Murai – questo il suo vero nome – emigrò dall’Ungheria nel 1913 con soli venticinque dollari e riuscì già nel 1920 ad aprire un proprio atelier nel Greenwich Village, a lavorare nel 1921 per Harper Bazaar (una prestigiosa rivista dell’epoca) e nel 1926 a recarsi Europa come inviato di Vanity Fair. Questo prima che conquistasse il titolo di campione del mondo nella sciabola nel 1928 e 1929, e partecipasse alle Olimpiadi del 1928 e del 1932 come atleta statunitense.
In Europa Muray riuscì nell’ostica impresa di immortalare il pittore impressionista Claude Monet, celebre per la sua ritrosia verso i giornalisti. In quella occasione Muray portò a termine la sua missione, che consisteva nel fotografare importanti personaggi europei famosi come Sir Hall Caine, Jean Cocteau, John Galsworthy, George Bernard Shaw, Ferenc Molnár e H.G. Wells, grazie ad un otturatore silenzioso – una personale invenzione di Nickolas Muray con la quale si scattavano fotografie senza che il soggetto potesse accorgerne così da ricavare pose autentiche – che gli permise di riprendere l’anziano pittore nel luogo a lui più familiare: il celebre stagno delle ninfee a Giverny.
L’ultra decennale attività di Nickolas Muray (il fotografo morirà nel 1965) viene qui analizzata in ogni suo aspetto: fotografie di star del calibro di Elizabeth Taylor, Charlie Chaplin, Joan Crawford e Greta Garbo si alternano alle immagini per le sigarette Lucky Strike e Camel, e di altre campagne pubblicitarie tra le quali spicca la famosa Ladies Home Journal, scena del bagno in piscina la prima storica immagine a colori mai pubblicata da una rivista americana (1931). Muray fu infatti il primo utilizzatore della tecnica per stampa carbro che gli permise di ottenere delle fotografie a colori come mai se ne erano viste nel passato.
Tra le donne fotografate da Muray meritano una menzione speciale la sezione dedicata all’artista messicana Frida Kahlo (che in questo periodo è protagonista di un’altra retrospettiva, organizzata sempre a Genova) e Marilyn Monroe con le quali, in periodi diversi della propria vita, il fotografo ebbe una relazione amorosa. La storia con Frida Kahlo in particolare durò molto a lungo – dal 1931, quando i due si conobbero in Messico, al 1941 – e pare che addirittura Muray avesse provato a sposarla senza però riuscirci.
La mostra, organizzata e prodotta dalla Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e da MondoMostre Skira, sarà aperta fino al prossimo 8 febbraio. Per le altre informazioni consultare il sito ufficiale della mostra.
Foto: Woman in cell, playing Solitair, 1950 – Digital inkjet print from the original Kodachrom transparency (2012) – Collection of George Eastman House













Rispondi