Era a cavallo degli anni Novanta che avveniva una delle rivoluzioni più grandi per la musica. I Nirvana risalivano dai sudici locali di Seattle la scena del rock alternativo, facendosi pian piano largo perfino nella patinata rotazione di MTV, diventando i portavoce del grunge, il rabbioso sound di Seattle.
Ed era esattamente 20 anni fa che vedeva la luce In Utero, il loro terzo album, figlio del precedente Nevermind, un fenomeno che aveva sconvolto il pubblico per la schiettezza e la furia con cui Kurt Cobain esprimeva il suo disagio per la vita.
Per celebrare la ricorrenza, dal 23 settembre è disponibile un prezioso cofanetto: un’edizione “Superdeluxe” di In Utero composta da 2 cd e 1 dvd. Oltre alla versione remaster del disco, i fan saranno entusiasti di scoprire una raccolta di 40 tracce inedite, tra demo, b-sides e versioni alternative dei brani della band, e un dvd live inedito a Seattle, datato dicembre ’93.
Dopo due decenni, la fiamma dei Nirvana non si è di certo spenta e ancora oggi il dibattito su di loro è aperto. C’è chi li considera solo un bluff e ne mette in dubbio le doti musicali, chi li chiama “venduti” visto il loro successo troppo “pop” per dei rocker, e chi invece li adora senza mezzi termini perché hanno dato voce ai loro disagi inespressi.
Non c’è da discutere, però, sul fatto che gli si possa dedicare a buona ragione un capitolo intero nella “Storia della Musica”.
Prima del grunge, prima dei Nirvana, nessuno aveva gridato il dolore e la depressione a muso duro, senza mediazioni, con una rabbia sconvolgente. Kurt era il veicolo di tutto questo: la sua empatia nei confronti dell’esistenza che tanto lo tormentava, gli permetteva di comunicare un messaggio che mai era stato cosi efficace nella storia del rock.
Oggi la rete ci abitua a maneggiare i sentimenti più bui, a metterli in piazza con urla in grassetto. Ma mettiamoci nei panni di un adolescente degli Anni Novanta. Tutto questo era nuova energia, innovazione nella cultura mainstream: la “rivoluzione delle camicie a quadroni” sdoganava il malessere sociale.
Per questo, non sorprende che ancora oggi, chiunque si avvicini agli album dei Nirvana per la prima volta, riceva lo stesso pugno nello stomaco che Kurt Cobain scagliava dalla sua bocca 20 anni fa.
Rispondi