Brillantemente condotta dall’attore Neil Patrick Harris, l’85esima edizione degli Oscar si è conclusa questa notte con la proclamazione dei suoi vincitori. Rispettando tutti i pronostici, a conquistare il maggior numero di premi – quattro – sono stati i film Birdman di Alejandro González Iñárritu e Grand Budapest Hotel di Wes Anderson; non è andata diversamente nemmeno nelle categorie musicali: il brano Glory del rapper Common e di John Legend si è meritato la statuetta come “miglior canzone”, mentre ad Alexander Desplat è spettata quella per la “miglior colonna sonora”.
La vittoria del brano di Legend e Common, splendidamente interpretato dai due in uno dei momenti più emozionanti della lunga serata, dovrebbe aver messo a tacere le polemiche di quanti avevano accusato nei giorni scorsi l’Academy di razzismo, per la poca presenza di artisti di colore e di donne tra i nominati. Proprio Glory infatti, stando alle parole dei due artisti, sarebbe stata ispirata dalla Marcia dei Diritti Civili che Martin Luther King organizzò nel 1965 per richiamare l’attenzione sulla questione dell’uguaglianza tra i bianchi e i neri in Alabama; episodio che è anche parte centrale della trama raccontata in Selma – La strada per la libertà, film Ava DuVernay da cui la canzone è tratta.
“Nina Simone ha detto che il dovere di un artista è parlare del tempo in cui vive – ha dichiarato Legend, al momento del ritiro del premio – Abbiamo scritto questa canzone per un film che racconta eventi accaduti cinquant’anni fa, ma dobbiamo dire che ‘Selma è oggi’ perché la lotta per la giustizia è ancora in corso. Sappiamo che le leggi per i diritti civili conquistate da Martin Luther King Sono a rischio, che la lotta per la libertà e la giustizia è reale. Viviamo nel paese con più detenuti al mondo, ci sono più uomini di colore in carcere oggi che nel 1850, sotto la schiavitù. Quando le persone marciano con la nostra canzone, siamo con loro. Vi vediamo, vi amiamo, marciamo con voi!”.
Forte della sua doppia candidatura, Alexander Desplat è riuscito a salire per la prima volta da vincitore sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles. Nel corso della lunga carriera iniziata nei primi anni duemila, il compositore era riuscito a collezionare ben otto nomination, a cui da stanotte potrà affiancare anche l’ambito Oscar ottenuto per le musiche del film Grand Budapest Hotel.
Nel corso della serata sono stati vari anche i momenti musicali: oltre all’esibizione di John Legend e Common, valsa ai due una standing ovation del pubblico, si sono alternati sul palco anche Adam Levine, Jennifer Hudson, Rita Ora e soprattutto Lady Gaga, che ha omaggiato l’attrice Julie Andrews cantando The Hills Are Alive tratto dal musical Tutti insieme appassionatamente che quest’anno festeggia cinquant’anni.
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