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“Paris Views”: la Ville Lumière tra voyerismo e realtà secondo Gail Albert Halaban

Gail Albert Halaban: Paris Views (Aperture, 2014)
Scritto da: Giuseppe Pettinati , dicembre 12, 2014

Cosa succederebbe se qualcuno si mettesse a fotografarvi dalla finestra? Probabilmente lo denuncereste per l’infrazione delle più elementari regole della Privacy, o, meno probabilmente, finireste su Paris Views, l’ultima raccolta fotografica di Gail Albert Halaban. Ciò che a primo impatto potrebbe sembrare voyeurismo, è in realtà un viaggio tutto parigino nella semplicità della vita quotidiana di persone comuni, spogliate dalle sovrastrutture che impone il mondo e ritratte nel rassicurante tepore delle mura domestiche.

Ma perché così tante finestre e così poche tende dietro i vetri? Perché non si tratta propriamente di un “Grande Fratello” in versione fotografica. Per il rispetto della Privacy di cui sopra, Halaban ha assicurato, in più di un’occasione, che in realtà le persone ritratte nelle foto hanno dato il loro consenso, e che sanno, quindi, di essere fotografate nella loro vita intima. La spontaneità degli scatti è nel fatto che i soggetti delle foto sanno che verranno fotografate, ma non sanno in che momento.

Il risultato può sembrare a prima vista, per ammissione della stessa autrice, “a kind of creepy”, quasi da brivido. Ciò è dovuto senz’altro alle suggestive viste della capitale francese, ma anche – o soprattutto – dal fatto che, come Halaban afferma nel video di presentazione, il vetro delle finestre rappresenta un labile limite che divide il noto dall’ignoto, l’essere dall’apparire, la persona dall’idea che essa stessa dà di sé.

I soggetti della raccolta sono volti senza maschere, ma ciò non rende gli scatti veicoli di “verità” (o di “realtà”, se preferite). Le foto di Halaban sono spunti di vita, che lasciano intuire storie che nessuno conosce davvero. Tutto sommato, sono tutti personaggi che nella loro indubbia complessità sono chiusi in una scatola di cemento. A rendere la raccolta di Halaban “a kind of creepy” non sono le foto di cui si compone, ma le inevitabili riflessioni che scaturiscono.

Paris Views non è la prima raccolta di questo tipo per Gail Albert Halaban. La fotografa e insegnante universitaria statunitense ha già pubblicato in Out of my window (2012), raccolta di scatti analoghi ambientati a New York che ha riscosso un grande successo di critica ed esibizioni in tutto il mondo.

E’ possibile acquistare Gail Albert Halaban: Paris Views  sul sito della Aperture Foundation.

Gail Albert Halaban, Boulevard Beaumarchais, 3rd arrondissement, Paris, from “Gail Albert Halaban: Paris Views” (Aperture, 2014) © Gail Albert Halaban, courtesy Edwynn Houk Gallery
Gail Albert Halaban, Quai Anatole-France, 7th arrondissement, Paris, from “Gail Albert Halaban: Paris Views” (Aperture, 2014) © Gail Albert Halaban, courtesy Edwynn Houk Gallery
Gail Albert Halaban, Villa Santos-Dumont, 15th arrondissement, Paris, from “Gail Albert Halaban: Paris Views” (Aperture, 2014) © Gail Albert Halaban, courtesy Edwynn Houk Gallery
Gail Albert Halaban, Rue des Plantes, 14th arrondissement, Paris, from “Gail Albert Halaban: Paris Views” (Aperture, 2014) © Gail Albert Halaban, courtesy Edwynn Houk Gallery
Gail Albert Halaban, Rue du Faubourg-du-Temple, 10th arrondissement, Paris, from “Gail Albert Halaban: Paris Views” (Aperture, 2014) © Gail Albert Halaban, courtesy Edwynn Houk Gallery
Gail Albert Halaban, Rue de Belleville, 20th arrondissement, Paris, from “Gail Albert Halaban: Paris Views” (Aperture, 2014) © Gail Albert Halaban, courtesy Edwynn Houk Gallery

www.gailalberthalaban.com

Tag:fotografia, Gail Albert Halaban

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