Il primo marzo del 1973 veniva pubblicato negli Stati Uniti The Dark Side of the Moon, l’ottavo lavoro in studio dei Pink Floyd.
L’album presenta un elevato livello di sperimentazione musicale e tratta temi come il conflitto interiore, il rapporto con il denaro, il trascorrere del tempo e l’alienazione mentale.
Ciò che subito balza alla mente è la celeberrima copertina del disco, ovvero l’immagine del prisma triangolare rifrangente su sfondo nero. Quella figura, passata alla storia come una delle massime espressioni della cover art, divenne presto una vera e propria icona e si legò indissolubilmente al nome della band.
The Dark Side of the Moon è senza dubbio una pietra miliare del rock, ma anche “un’espressione di carattere politico, filosofico e umanitario che doveva essere comunicata”, come ebbe a dire Roger Waters.
Alla base del disco vi era l’idea, portata avanti soprattutto da Waters, di esporre e approfondire, in maniera del tutto singolare, argomenti che “facessero arrabbiare la gente”, focalizzandosi in special modo sulle pressioni che dovette fronteggiare la band per il suo particolare stile di vita e sui problemi mentali di Syd Barrett, l’ex componente del gruppo allontanato a causa del suo abuso di sostanze stupefacenti.
The Dark Side of the Moon era infatti un’allusione alla follia, più che all’astronomia.
Dal punto di vista tecnico l’album si caratterizza per l’utilizzo della cosiddetta musica concreta (che sfrutta il suono nella sua completezza, cercando di valorizzarne ogni singolo aspetto), mente i testi sono improntati, come in molte altre opere della band, ad un’interpretazione filosofica dei fatti narrati.
Con oltre 50 milioni di copie vendute, The Dark Side of the Moon si colloca al terzo posto nella classifica degli album più venduti di tutti i tempi ed è senza dubbio uno dei lavori più famosi dei Pink Floyd.
La sua realizzazione viene da molti considerata una svolta nell’ambito della musica rock (soprattutto quella progressiva), ma i componenenti del gruppo hanno sempre rimarcato quanto essa sia stata del tutto casuale e fortuita. “Anche se ottenne così tanto successo, [The Dark Side of the Moon] era stato composto nello stesso modo in cui avevamo fatto tutti gli altri album – dichiarò Richard Wright – e l’unico criterio che abbiamo riguardo alla pubblicazione della musica è se ci piace o meno. Non è stato un deliberato tentativo di produrre un album commerciale. È successo e basta. Sapevamo che conteneva molta più melodia dei precedenti, e un concetto che lo percorreva dall’inizio alla fine. La musica era più facile da assorbire e il supporto di voci femminile aggiunse quel tocco commerciale che nessuno dei nostri dischi aveva mai avuto”.
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