A dieci anni di distanza dal loro ultimo lavoro (colonna sonora del film The Last Great Wilderness di David McKenzie) tornano gli scozzesi The Pastels, con un album dal titolo Slow Summits.
L’uscita dell’album è stata anticipata dal singolo Check My Heart, che, con la sua straordinaria freschezza, ricalca in maniera significativa lo spirito dell’album.
Il disco, come nella migliore tradizione dei Pastels, coniuga abilmente la semplicità dell’indie pop con la leggerezza del jazz, dando vita a melodie tutt’altro che banali. Sulle morbide note delle canzoni si intrecciano con eleganza la voce accogliente di Katrina Mitchell e quella roca di Stephen McRobbie (al secolo Stephen Pastel). Chi si aspettava il meglio, non resterà deluso.
Il progressivo abbandono dei componenti, che ha reso i Pastels un semplice duo formato dai due vocalist, non ha leso la musicalità inconfondibile che da sempre li contraddistingue.
Slow Summits è un disco gentile e delicato, di fronte al quale è impossibile restare indifferenti. Le canzoni racchiudono la grazia di una goccia di rugiada che scivola su una foglia oppure della fresca brezza di un mattino primaverile. I ritmi lenti e quelli più briosi vengono alternati con abilità.
Le musiche ricreano un atmosfera soffusa, sapientemente arricchita da ritmiche, organi, flauti, fiati e leggere intromissioni elettroniche.
Questo lavoro è il degno erede dei precedenti, dai quali prende molto, ma di cui rappresenta una più compiuta evoluzione. Dal punto di vista espressivo i Pastels hanno raggiunto una maggiore maturità espressiva, che i loro fan non potranno fare a meno di apprezzare.
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