Wonderwall è una delle canzoni più celebri degli Oasis, nonché una delle più rappresentative della loro intera produzione. Fu estratta come terzo singolo dall’album (What’s the Story) Morning Glory?, pubblicato nel 1995, che consacrò il gruppo come leader del movimento britpop e come una delle più influenti band del panorama europeo.
Il videoclip, che è senza dubbio uno dei più famosi degli anni novanta, è girato interamente in bianco e nero e si sviluppa in un’ambientazione di tipo circense. Nella scena iniziale si vede un clown che inserisce un LP degli Oasis in un antico giradischi. Subito dopo appare Noel Gallagher, spalle alla telecamera, che suona la chitarra e intona il celebre riff che dà il via alla canzone. Poi compaiono gli altri membri del gruppo, fra cui Liam, circondati da giocolieri e violinisti. Il video è ambientato in un enorme magazzino, dove la band, oltre a suonare, si dedica ad altre attività ricreative. Liam, per esempio, tenta la fortuna al jackpot, mentre il chitarrista Paul “Bonehad” Arthurs e il batterista Alan White gareggiano a freccette.
Alle riprese non partecipò l’allora bassista del gruppo Paul “Guigsy” McGuigan (sostituito per l’occasione dall’ex membro Scott McLeod), poiché in quel periodo aveva abbandonato la band a causa di un esaurimento nervoso.
Al termine della canzone torna il clown, che toglie l’LP dal giradischi e se ne va.
La casa discografica della band aveva rifiutato categoricamente la prima versione del video, la quale non prevedeva nessun gioco di luce né altri effetti visivi. Solo dopo l’introduzione di questi ultimi il video ebbe il benestare.
Il titolo della canzone – parola nonsense, priva di significato reale – tradotto letteralmente significa “Il muro delle meraviglie” ed è un chiaro omaggio a George Harrison, mitico chitarrista dei Beatles, che aveva intitolato Wonderwall Music il suo primo lavoro come solista.
Nel 1968 mentre in tutto il mondo scoppiavano la rivolte e nelle cantine si formavano diversi gruppi, dai Deep Purple alla Plastic Ono Band, a Bombay venne registrato un album miscelato di musica indiana e occidentale, firmato da George Harrison. L’ex Beatle componeva questo progetto per la colonna sonora del film Wonderwall.
Il lungometraggio, diretto da Joe Massot (ricordato più che altro per il film sui Led Zeppelin The Song Remain The Same), è considerato un cult del cinema psichedelico.
Il film narra la storia no scienziato un po’ stralunato, che scopre per caso che la sua vicina di casa è una modella hippie e, invaghitosi di lei, inizia a fantasticare su una improbabile relazione vissuta a metà tra sogno e voyeurismo. In Wonderwall i caleidoscopici colori della Swinging London si fondono col beat acido dalle tendenze orientali di George Harrison, trascinando lo spettatore in un mondo allucinogeno.
Nel 1995, a distanza di quasi tren’anni, da un’altra cantina dell’impero britannico uscivano due ragazzotti rissosi, dagli occhiali tondi alla John Lennon e dall’aria spocchiosa: avevano in mente l’India, la chitarra a 12 corde, A Hard Day’s Night e il progetto di uno dei quattro ragazzi di Liverpool, Wonderwall.
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